The Newsroom 27

20 Agosto 2024

A Venosa c’è confusione sui fondi europei per riparare la rete idrica

Nella regione del Basilicate, il 65% dell’acqua potabile va perso. Un problema importante aggravato dal riscaldamento globale.

Fabrizio La Rocca

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A Venosa c’è confusione sui fondi europei per riparare la rete idrica
La città italiana di Venosa vista dall'alto. Si trova nella regione Basilicata, tra Napoli e la Puglia. | Fabrizio La Rocca

Venosa, una piccola città nel nord-est della Basilicata, vanta un passato ricco di storia e cultura radicato nel periodo Romano. Il console L. Postumo Magello instaurò nell’area una colonia latina di 20,000 coloni nel 291 a.C., diventando un secolo dopo un centro commerciale strategico con la creazione della Via Appia, sulla quale si trovava. Nell’89 a.C. la colonia ottenne lo status di Municipium (una sorta di comune), e poco più di vent’anni dopo, nel 65 a.C., Venosa diventò il luogo di nascita di quello che ancora oggi è il suo cittadino più famoso, il poeta latino Orazio.

Ad oggi Venosa, con la sua popolazione di circa 10,000 abitanti, preserva ancora i segni del suo ricco passato. Tra le numerose attrazioni che offre il comune — inclusi il Castello Aragonese, la chiesa incompiuta del Complesso della Santissima Trinità e la casa di Orazio — le numerose fontane sparse per la città, alcune vecchie di diversi secoli, catturano l’attenzione. 

Una di queste, la Fontana di Messer Oto, si trova al centro di una piccola piazza non lontana dalla sede del Comune, ed offre alle sue spalle un suggestivo belvedere della natura che circonda Venosa. La fontana, costruita all’inizio del XIV secolo, è costituita da una statua in pietra raffigurante un leone seduto sopra tre rubinetti. Tutti e tre sono chiusi, ma un filo d’acqua esce comunque da due di essi. 

I rubinetti difettosi sono il simbolo di un problema poco avvertito e poco discusso in Basilicata: le perdite idriche. In regione si perde il 65,5% dell’acqua potabile immessa nella rete idrica. È la percentuale più alta in Italia, ma il problema è di portata nazionale: sul territorio nazionale la percentuale è del 42,4% secondo dati ISTAT. L’istituto stima che questa quantità d’acqua potrebbe soddisfare la domanda di 43,4 milioni di persone, circa pari alla popolazione dell’Afghanistan, per un anno intero.

Rubinetti difettosi alla fontana di Messer Oto a Venosa | Fabrizio La Rocca

“Fare fronte a questo problema è importantissimo, sappiamo che la scarsità di risorse idriche è un problema serio in alcune zone del mondo, e averne una grande disponibilità non giustifica assolutamente il fatto di doverla sprecare,” dice Fabiana Papa, Assessore all’ambiente e alle opere pubbliche presso il comune di Venosa fino a Giugno 2024, quando è subentrata una nuova amministrazione a seguito di elezioni comunali. “Non si può pensare che nel 2024 una regione come la nostra perda il 65% del volume idrico.”

Ad inizio Maggio, quando sono state condotte le interviste per questo articolo, la scarsità idrica in Basilicata sembrava non essere un problema. Ad inizio Luglio, invece, una situazione drasticamente diversa emerge. I fenomeni siccitosi e la scarsità di risorse idriche nelle dighe fanno parlare di stato di emergenza, mentre Coldiretti Basilicata denuncia una situazione “drammatica” nei campi e negli allevamenti a causa della siccità. 

Il fenomeno è solo una delle tante conseguenze del cambiamento climatico osservate in regione. Le temperature medie registrate in Basilicata sono più alte che in passato, e la frequenza di precipitazioni estreme è in salita. Allo stesso tempo, la quantità di pioggia annua è in calo.  

Anche Papa ha notato questi fenomeni, comprendendo l’impatto negativo che hanno su Venosa. “La sensazione è che passino lunghi periodi in cui non piove e poi ci siano all’improvviso dei fenomeni importanti che non sono un beneficio né per il territorio né per l’agricoltura,” dice l’ex assessore comunale.

Una fontana d’acqua a Venosa | Fabrizio La Rocca

Gli stessi trend sono presenti nel resto della penisola, come osservato dal Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici: temperature e precipitazioni intense in salita, quantità di pioggia annua in calo. 

La Sicilia ad oggi è la regione dove questi fenomeni si sono manifestati con maggiore intensità. Livelli di precipitazioni bassi e temperature più alte della media in autunno ed inverno stanno causando siccità e scarsità idriche diffuse, costringendo alcuni comuni a razionare l’acqua e spingendo il Consiglio dei Ministri a dichiarare lo stato di emergenza e ad allocare €20 milioni per far fronte al problema.  

La siccità è un problema anche in Puglia, soprattutto per il settore agricolo. La Basilicata ogni anno invia il 58% delle sue risorse idriche alla Puglia, e la città di Venosa dista solo 20 chilometri dal confine tra le due regioni. 

Papa ricorda che durante la sua infanzia ci sono stati periodi in cui l’acqua a Venosa era scarsa, forzando il comune a razionare l’utilizzo della risorsa. Oggi in città nessuno parla di razionare l’acqua, ma i dati mostrano una situazione molto incerta per gli anni a venire. 

Nel frattempo, la rete idrica perde acqua a colabrodo. Tra Gennaio ed Aprile 2024, la fornitura di acqua potabile a Venosa è stata interrotta 11 volte. In 7 di queste occasioni l’interruzione era dovuta ad un guasto improvviso, una circostanza che crea problemi nella vita quotidiana degli abitanti del comune. 

“In alcuni casi abbiamo avuto problemi nelle scuole, perché quando la rottura avviene durante l’orario scolastico e si protrae un po’ più a lungo le scuole vanno in difficoltà, ed è anche capitato di dover rimandare i ragazzi o i bambini a casa,” dice Papa. 

La fontana Angioina di Venosa. Dal maggio 2024 non funziona più. | Fabrizio La Rocca

Pasquale Coccaro, Responsabile del settore qualità e quantità delle acque presso l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale (l’ente responsabile per la gestione dei bacini idrici in Campania, Abruzzo, Molise, Basilicata, Calabria e parte del Lazio), è l’unico che parla apertamente di scarsità idrica in Basilicata. Il responsabile spiega che il territorio gestito dall’ente è caratterizzato da un sistema di trasferimento delle risorse idriche interregionale “particolarmente importante,” soprattutto per quanto riguarda l’acqua potabile. Il sistema converge in gran parte verso la Puglia, trattandosi dell’area dove le risorse idriche sono meno accessibili e quindi utilizzabili. 

I fenomeni siccitosi in Puglia sono stati visibili più presto proprio perché una più ampia porzione di popolazione ha accesso meno diretto a risorse idriche a causa di scarsità idrica nei suoi invasi, ma dato l’alto livello di connessione tra le risorse idriche delle regioni nel distretto, questo non significa che la Basilicata non fosse già interessata dal fenomeno. Secondo il responsabile, “la condizione di ridotta disponibilità non interessa solo la Puglia, interessa anche la Basilicata,”  

Coccaro dice che le elevate perdite idriche e i frequenti guasti alla rete sono il risultato di una combinazione di molteplici fattori, che possono anche variare da un’area all’altra del paese. Tuttavia, una rete idrica prevalentemente vecchia in tutta la penisola italiana è un filo conduttore costante che influenza il problema. 

A livello nazionale, la FAI stima che il 60% della rete idrica è stata posata più di 30 anni fa, e il 25% supera i 50 anni. Procedendo con i ritmi di rinnovo attuali, ci vorrebbero 250 anni per sostituire la rete idrica su tutto il territorio italiano. 

Salvatore Gravino, direttore area tecnica di Acquedotto Lucano, l’ente che gestisce le risorse idriche in regione, dice che è “estremamente difficile” determinare l’età media della rete idrica in Basilicata, in quanto l’ente ha ereditato la gestione della rete nel 2002. 

“La rete, per la maggior parte, soprattutto nei piccoli comuni, è piuttosto vecchia, ma non può essere riparata da un giorno all’altro,” dice Gravino. In alcune aree della Basilicata, le tubature risalgono all’inizio del 1900

Gravino enfatizza che la percentuale di acqua potabile persa a causa di perdite è inferiore rispetto a quella stimata dall’ISTAT: 53% nel 2023, una riduzione del 3% rispetto all’anno precedente. Eppure, indipendentemente dalle percentuali reali, il problema rimane. 

Secondo Coccaro, “Che sia 50% o 60%, in entrambi i casi è un numero importante. Questi ordini di grandezza danno la cifra di una problematica che va sicuramente intercettata.”

Fontana d’acqua del 1914, situata di fronte al centro commerciale di Venosa | Fabrizio La Rocca

La gravità del problema ha portato in regione ingenti investimenti mirati a ridurre le perdite. In particolare, la Basilicata ha ricevuto quasi €100 milioni dall’Unione Europea tramite due diversi strumenti: il REACT-EU per il periodo 2014-2020 ed il PNRR per il periodo 2021-2026.  

Venosa è uno dei 42 comuni Lucani che beneficerà dei €49.5 milioni ricevuti da Acquedotto Lucano tramite il secondo strumento. I soldi serviranno a finanziare interventi mirati a ridurre le perdite tramite attività di rilievo, ricerca perdite, modellazione, ingegneria e digitalizzazione della rete idrica. L’obiettivo è quello di ridurre le perdite di più del 35% entro il 2025. 

Papa accoglie con favore l’investimento e l’impatto che avrà nel suo comune, ma usa con attenzione le parole quando ne discute per evitare di trasmettere certezza, siccome il Comune di Venosa non è ancora stato informato a riguardo da Acquedotto Lucano. Papa stessa non era a conoscenza del finanziamento prima di organizzare un’intervista. 

Non è stata l’unica a Venosa a essere colta di sorpresa. Anche un impiegato presso l’ufficio locale del centro operativo “Vulture-Melfese” di Acquedotto Lucano si è mostrato sorpreso e ha negato al telefono l’esistenza di questi interventi nel comune, prima di riconoscerli in una telefonata successiva. 

Alla richiesta di chiarimenti sul coordinamento tra Acquedotto Lucano e i suoi centri operativi locali e i comuni, Gravino afferma che gli interventi sulla rete idrica non riguardano le amministrazioni locali, ma “per le specifiche attività locali che si svolgono nei territori, dobbiamo interagire con le amministrazioni comunali e le autorità territoriali”. Precisa inoltre che “il personale dei centri operativi non deve necessariamente essere coinvolto, se non nella fase prettamente operativa,” e che gli interventi sono coordinati dai centri operativi e non dai loro uffici.

Eppure, anche il direttore dell’area tecnica di Acquedotto Lucano si mostra confuso quando parla dei fondi che la sua azienda ha ricevuto dall’UE. In un’intervista telefonica, Gravino afferma dapprima che Venosa è un “comune che non è interessato dagli interventi del PNRR,” aggiungendo che il comune non beneficia né dei fondi REACT-EU né del PNRR stesso. Si è poi corretto nel corso della conversazione, riconoscendo quindi l’esistenza di interventi finanziati tramite il secondo strumento. 

Acquedotto Lucano ha aggiudicato gli appalti per gli interventi previsti dal PNRR alla fine del 2023. I lavori procedono e rispettano le scadenze, secondo Gravino. I dati diffusi dalla Fondazione Openpolis, che monitora l’andamento degli interventi finanziati tramite il PNRR su tutto il territorio nazionale, sembrano confermare questa dichiarazione. 

Diversa invece è la situazione per quanto riguarda i fondi del REACT-EU. Acquedotto Lucano ha ricevuto €48.9 milioni in quanto soggetto attuatore per finanziare ulteriori interventi mirati a ridurre le perdite idriche tramite questo strumento in 18 comuni. Venosa non rientra nella lista dei comuni interessati, ma l’avanzamento degli interventi è indicativo riguardo la confusione intorno all’utilizzo dei fondi.

L’Ente di Governo per i rifiuti e le risorse idriche della Basilicata (EGRIB) ha dichiarato di aver beneficiato del “cospicuo finanziamento” nel 2022, delegando gli interventi ad Acquedotto Lucano dato il suo ruolo di gestore della rete idrica in regione.

Ad oggi, solo una parte dei fondi è stata erogata. Dal Ministero dei Trasporti, responsabile per la gestione dei fondi, dicono che Egrib ha ricevuto solo 9 milioni di euro e non riceverà l’intera somma poiché non è stata rispettata la scadenza per la conclusione degli interventi. Al mese di Giugno, il Ministero sta cercando finanziamenti alternativi a livello nazionale.

Gravino conferma che Acquedotto Lucano sta attualmente lavorando con il Ministero per trovare nuovi finanziamenti, ma rifiuta di commentare sul fallimento di rispettare la scadenza per concludere gli interventi. 

In quanto Paese della regione mediterranea, un ecosistema estremamente complesso definito dal Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) come uno degli “hot spots” del cambiamento climatico, la penisola italiana subirà le conseguenze di numerose crisi indotte dal riscaldamento globale, che si stanno già osservando sotto forma di eventi meteorologici estremi sempre più frequenti. Per questo motivo, la lotta alle perdite idriche è una delle sfide più importanti che il Paese dovrà affrontare in futuro. 

Migliorare la rete idrica in Basilicata non sarà facile, e Coccaro sottolinea che ci sono numerosi ostacoli tecnici che complicano ulteriormente la sfida. Non sempre, ad esempio, le perdite sono facilmente individuabili, soprattutto nel caso di microperdite. Inoltre, è generalmente più complicato riparare la rete idrica e intervenire sulle condotte nelle aree urbane che altrove, anche a causa dei disagi che questo comporta per la popolazione locale. 

Tuttavia, il responsabile sottolinea che gli investimenti sono fondamentali per il raggiungimento di questo obiettivo. “È fondamentale che ognuno di noi impari a gestire la risorsa che ci viene data comprendendo che non è più qualcosa di infinito e da dare per scontato, ma che ci viene data attraverso un servizio che per essere efficiente deve avere anche un necessario sostegno economico, perché le sue operazioni non sono a costo zero.”

European unionQuesto articolo è realizzato nell’ambito del concorso The Newsroom 27, organizzato da sé Slate.fr con il sostegno finanziario dell’Unione europea. L’articolo riflette il punto di vista dei suoi autori e la Commissione Europea non può essere ritenuta responsabile del suo contenuto o del suo uso.